POESIA IN LATINO
Velia Aiello di Rogliano, Cosenza, con “Pulchritudo nos servabit”
Articolata in due quartine, la poesia di Velia Aiello Pulchritudo nos servabit («La bellezza ci salverà») rappresenta un inno all’inveterata bellezza del mondo e della natura, che con il suo candore, la sua specchiata autenticità è in grado di salvare, di riscattare, di «redimere» – come recita il testo – l’umana imperfezione. Annusando il profumo inebriante di un fiore o contemplando il gioco di luci riflesse nel cielo, l’individuo si eleva a una dimensione immutabile ed eterna, sottraendosi (sia pure momentaneamente) all’inesorabile fluire del tempo. In ciò è il richiamo al senso di meraviglia che già per gli antichi costituiva la fonte di ispirazione di ogni vera poesia. Attraverso l’incedere musicale dei versi Aiello rivela a gran forza un messaggio di portata universale, che trascende ogni convinzione politica, filosofica o religiosa: la natura altro non è che specchio e metafora dell’amore (pulchritudo amoris), cioè di una forza che ha sede nel cuore e «non muore mai».
NARRATIVA EDITA
Vincitore sezione Giallo: Pino Imperatore di Napoli con “I demoni di Pausilypon. La prima indagine di Publio Virgilio Marone” (Harper Collins Editore, Milano, 2024).
Solo una mente geniale come quella di Pino Imperatore poteva trasformare Virgilio, uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, in un detective. E dopo aver letto il romanzo tutti saranno d’accordo nell’affermare che è stata una scelta azzeccatissima. I demoni di Pausilypon è un giallo storico che si divora con la stessa velocità con la quale le murene si cibano della prima vittima della storia. L’autore mescola sapientemente cenni storici e personaggi di fantasia riuscendo a creare un intrigo perfetto pieno di colpi di scena. La penna arguta dello scrittore partenopeo farcisce l’intreccio con la solita ironia fornendo al lettore un quadro cinico e agghiacciante di una delle più grandi civiltà del passato. Ogni riferimento alla società civile attuale è puramente voluto.
Vincitore sezione Narartiva: Federica Ottombrino di Bacoli, Napoli, con “Il baule” (Rossini editore, Milano, 2024)
La genesi di questo romanzo è un colpo di fortuna ma riuscire a strutturare così bene una storia, partendo dalle lettere ritrovate in un vecchio baule, è un esercizio di pura bravura. Federica Ottombrino ha il dono della narrazione e lo dimostra regalando una vitalità credibile a tutti i personaggi che animano Villa Paradiso, la vera protagonista di questa saga familiare. Senza ricorrere alla scorciatoia del romanzo epistolare, l’autrice riesce con abile maestria a dipingere un quadro caleidoscopico di emozioni: un’armonia perfetta tra immagini, suoni, sapori e odori che, grazie a uno stile preciso e senza sbavature, riemergono nitide da quelle lettere conservate con cura in un baule. Un vero e proprio elogio alla scrittura, arma inconsapevolmente potente, che il grigiore della società moderna vorrebbe in tutti modi disinnescare.
Menzioni speciali: Francesco Bianchi di Prato con “Cefalonia. L’ultima speranza” (Armando Curcio editore, Roma, 2024) e Brillante Massaro di Caserta con “Malanotte e figlia femmina” (Scatole Parlanti, Viterbo, 2023).
NARRATIVA INEDITA
Vincitrice: Franca Strocchi di Cesena con “La casa sul fiume”.
Menzioni speciali a Caterina Zaffaroni di Gerenzano (Varese) con “Ci ritroveremo nei nostri sguardi” e Pietro Rainero di Acqui Terme (Alessandria) con “Matrioska”.
POESIA EDITA
Vincitore Silloge: Alessandro Ramberti di Rimini con “Non so resistere”
I versi di Alessandro Ramberti pulsano di spiritualità e sono espressione di una necessità. La sua poesia è -come lo stesso poeta afferma- “incarnazione”: si concentra in essa una sapienza divina di fronte alla quale l’animo, quando finitezza umana e infinitezza divina si incontrano, vibra: “Volevo dare / a Dio un confine / dirgli che sono / anch’io ricolmo /di aspirazioni / illimitate / e lui mi ha detto / sì vengo sempre / lì dove sanguini / io mi comprimo / in ogni cellula / se lo consenti / né ti vergogni / di te e vedrai/ brillare le ombre/ danzare il buio” Lucida e precisa è la voce del poeta, racchiusa in una puntuale struttura metrica.
Menzione Speciale silloge: Vittorio Di Ruocco di Pontecagnano, Salerno, “La danza delle anime”
Vincitore singolo componimento: Stefano Boldorini di Milano con “Manuale dei sogni rapiti”
La poesia di Stefano Boldorini ruota intorno al tema del ritorno: è dapprima erranza (vago tra il chiaro e l’oscuro), poi subito diviene nostos (tornare alle lontane origini Camminare verso la mia città), ritorno, doloroso come fu quello di Odisseo, forse fuga, per terminare ancora in un atroce conflitto (mi accolgono ora solo scarne rovine). Il canto dell’aedo Boldorini è un tortuoso percorso di ricerca il cui approdo è la conoscenza di sé (a me pare di veder ancora ogni cosa).
POESIA INEDITA
Vincitore singolo componimento: Giovanni Grasso di Santa Venerina, Catania, con “Lu salutu dû micrànti”
Con spietata crudezza mista a delicata umanità, la lirica Lu salutu dû micrànti di Giovanni Grasso ha saputo rappresentare il tragico destino dei migranti e dei profughi che quotidianamente attraversano il Mediterraneo nel disperato tentativo di sottrarsi alla miseria, alle guerre, alle persecuzioni. Immedesimandosi idealmente in un giovane esule, senza mai però indugiare alla retorica o a falsi pietismi, il poeta si immagina nell’atto di salire a bordo di un’imbarcazione di fortuna e di accomiatarsi dalla propria terra natale, in un viaggio che quasi certamente lo condurrà verso la morte. La cifra poetica del componimento è appunto nella capacità di esprimere il disperato coraggio, la rassegnata determinazione che spinge migliaia di donne e di uomini del sud del mondo a scegliere il mare come propria tomba: unica possibile via di fuga dalle sofferenze a cui sono stati ingiustamente condannati. L’ingegnosa scelta del sonetto come schema metrico e l’uso magistrale della lingua siciliana conferiscono al componimento un’aura di antica e arcana saggezza, che nella soave musicalità del verso eleva il saluto di addio del migrante a simbolo e monito per l’umanità indifferente spettatrice.
Vincitore silloge: Silvia Romano di Napoli con “Albizia. Poesie”
Notevole per coerenza e unità di stile, la silloge di Silvia Romano svolge un’intima e personale riflessione sul tema delle illusioni, dell’eterno contrasto tra mondo esterno e mondo interiore, slancio ideale ed esperienza reale, che trova esempio paradigmatico nella sfera delle relazioni sentimentali. Ora ispirandosi al linguaggio oracolare dell’antica lirica greca, ora ricreando le atmosfere oniriche e contemplative tipiche della poesia giapponese (di qui il riferimento nel titolo al fiore orientale dell’albizia), l’Autrice fornisce una plastica rappresentazione dello scorrere inesorabile del tempo, della caducità degli affetti e dei ricordi, in cui si alternano desideri e angosce, paure e speranze. Sullo sfondo il paesaggio naturale: alberi, foglie, fiori, che per felice intuizione diventano il correlativo-oggettivo dei sentimenti, una sorta di reticolo in cui restano impigliate le emozioni, le passioni, le attese e le delusioni, tracce effimere del nostro passaggio nel mondo. Una poesia ricca di modalità espressive, a tratti realistica e concreta, a tratti allegorica e impressionistica, che attraverso il potere evocativo del verso breve canta nichilisticamente l’assenza, il già trascorso, l’insufficiente residuo, il vuoto conseguente alla pienezza, ma a cui è sotteso anche l’invito a vivere il momento, a gustare l’attimo di felicità, a godere della bellezza prima che sfiorisca del tutto.
POESIA IN LINGUA NAPOLETANA O IN ALTRE LINGUE O DIALETTI
Francesco Palermo di Torchiarolo (Brindisi) con “Lu curaggiu (a tutti li piccini mai nati)”
L’autore tratta in maniera molto delicata il tema dell’aborto. I versi passano dalla brama per la vita al vuoto della mancata nascita. Il suo è un punto di vista insolito: è il pensiero del nascituro che si infrange davanti alle scelte dei genitori. Il dialetto utilizzato è quello del paese di origine dell’autore. Il dialetto di Torchiarolo in provincia di Brindisi, ai confini della provincia di Lecce. Un dialetto che rientra nell’area Salentina. Un esempio della grande varietà dei sistemi linguistici della nostra Penisola.
SAGGISTICA EDITA
Vincitore: Salvatore La Moglie di Amendolara (Cosenza) con il saggio “Dante e il romanzo della Divina Commedia”, Edizioni Setteponti, 2024, Castelfranco Piandiscò (Arezzo).
“Dante e il romanzo della Divina Commedia. Paradiso” è un saggio parte di una trilogia composta dal saggista Salvatore La Moglie. Edizione Setteponti 2024. Una critica di Dante e un viaggio nella sua Divina Commedia. Una riscrittura del capolavoro mondiale, un contenitore infinto di simboli da scoprire e riscoprire. L’opera di La Moglie si inserisce tra le più particolari e significative pubblicazioni del settore. Un’occasione per conoscere in maniera più approfondita del Sommo Poeta. Scrive l’autore nella sua introduzione: “Occorrerebbe che Dante fosse non solo un mero monumento nazionale ma qualcosa di più vivo, un patrimonio culturale popolare, letto con passione nelle scuole, nelle strade, nelle piazze, nei negozi, nei centri commerciali, negli alberghi, nelle botteghe”. Dante per l’autore analizza la società dell’epoca e anticipa i problemi della società del Terzo Millennio”.
Menzioni speciale a Giovanna Testa di Campobasso con il saggio “Tra le mura del carcere,vtorpore e passione” Edizioni Albatros 2024, Roma. Opera con i contributi di Daniela Grignoli, Mariangela D’Ambrosio, Valentina Dardone, Giuseppe Di Leo, Roberto De Lena, Concetta Di Renzo (Dont). Menzione Speciale a Francesco Lubrano di Pozzuoli con “Bacoli tra Ottocento e Novecento. Storia, vicende politiche, personaggi” D’Amico Editore, 2024, Nocera Superiore (Salerno).
GIORNALISMO
Vincitore: Giuseppe Cacciaguerra di Roma con l’articolo “Reporter di guerra. Un mestiere difficile” pubblicato da Rivista Militare nr. 1/2023
Scrivere di guerre non significa amare la guerra. Ma significa raccontarla in tutte le sue bruttezze. Nel corso degli anni tanti sono stati gli inviati di guerra che hanno saputo raccontare stando in prima linea. “Reporter di guerra. Un mestiere difficile” è il titolo del lavoro giornalistico proposto da Giuseppe Cacciaguerra sulla prestigiosa “Rivista militare”, periodico dell’Esercito Italiano. Testata fondata a Torino nel 1856 dai fratelli Carlo e Luigi Mezzacapo, patrioti napoletani esuli nella capitale sabauda. Il periodico è annoverato, in assoluto, tra i più antichi in Italia ancora in stampa. L’autore, colonnello dell’Esercito italiano e dal 2021 direttore di “Rivista Militare”, descrive il lavoro dei giornalisti di guerra e cita i più importanti inviati in zone di guerra.
SCUOLE
Premio Scuola Secondaria di Primo Grado all’Istituto Comprensivo “Greve in Chianti” di Firenze, Scuola “Giovanni da Verrazzano” con il lavoro “Giovanni da Verrazzano, ritorno al futuro”. Studenti: Bianca Crini, Giorgia Ermini, Adele Gaspar, Lorenzo Salerno, Stella Solinas, Elisa Sotgiu. Coordinamento delle professoresse Barbara Di Grande e Caterina Nencetti
“Il testo è il frutto di un laboratorio di scrittura drammatica svoltosi quest’anno. Gli alunni sono appartenenti alla 1 A e alla 1 B. Si è poi svolto un breve corso di teatro in cui il testo è stato messo in scena da loro e da altri alunni i cui nomi sono indicati a inizio testo. Le due prove aperte alla presenza dei genitori degli alunni risalgono al 30 maggio 2024, ma per questioni di privacy abbiamo ripreso due performances senza pubblico. Ci teniamo a precisare che abbiamo deciso di inviare via mail i video, nonostante le prove siano state poche, perché da essi si ha un’idea migliore dei luoghi e dei movimenti di questo spettacolo itinerante”.
Premio Scuola Secondaria di Secondo Grado al Polo liceale “Campanella-Fiorentino” di Lamezia Terme, Catanzaro, con il lavoro “Calabria segreta”. Classe IV: Paolo Citino, Emanuele Orlando, Massimo Orlando, Chiara Pileggi, Raffaele Prudente, Nicola Samele, Annamaria Talarico, Marika Stella. Classe III: Sara Amendola, Mariagrazia Calabrese, Ludovica Curcio, Sarah Di Natale, Adele La Rosa, Miriam Scuglia, Alessio Vaccaro, Giandomenica Vaccaro, Lavinia Viola. Classe II A: Chanel Giampà, Chiara Orlando, Gloria Lucia, Sara Cardamone, Francesca Vinci, Alessia Fimiani, Sharon Selvaggio, Alessia Costanzo, Sara Paradiso, Anastasia Scarfò, Antonio Mastroianni. Professoressa Felicia Di Salvo
“Silloge poetica dedicata alla loro amata terra natia. Hanno svolto lavori collettivi e individuali con la volontà di cantare la Calabria in versi, i suoi segreti nutriti di bellezza e dolore. Il progetto li ha guidati alla riscoperta del sentimento di identità verso le loro radici, la storia delle tradizioni, ma anche la fragilità dei roghi estivi, dei naufragi costanti, degli abbandoni. Dal disastro di Cutro, al ruolo della donna che ha lottato per la sua emancipazione, dalla Natura e i suoi svariati paesaggi, alle prelibatezze gastronomiche. Luci e ombre che appartengono in modo indissolubile alla loro Terra”.